"Impressioni di regata"
TransBenaco 2002, Circolo Vela Portese
Unitamente alla Translac, la TransBenaco è stata la regata più bella a cui ho partecipato.
Questo non solo per il risultato buono ottenuto, oltre alle aspettative, ma anche per l’unione, il dialogo, il feeling, risultati che raramente si ottengono in situazioni “normali”. Si riesce a capire, quindi, in queste condizioni come le persone sottoposte a situazioni non comuni di gruppo, in questo caso sportivo, trovino una coesione, una compattezza, che oltre ad offrire dei momenti piacevoli determinano il risultato della competizione.
Da quando, grazie a Homerus, ho imparato ad andare in barca a vela, avevo sempre sognato di fare una regata di questo genere, e quest’anno, possedendo un Protagonist, la Gazza Ladra, era il momento giusto per provare.
La scusa era di allenarsi al campionato mondiale BSI, portato sul Garda da Alessandro Gaoso, che si terrà a Bogliaco dal 23 al 28 settembre.
La difficoltà più grossa è stata trovare l’istruttore che s’incaricasse di accompagnarci in questa regata faticosa sia per la distanza che per le complessità che si possono incontrare come nella discesa da Riva a Salò con il vento forte. Dopo una ricerca durata diversi giorni, ho trovato Claudio, che sembrava non aspettasse altro che la mia telefonata per provare anche lui un’emozione, adesso potrei dire unica, con un equipaggio non vedente.
Così una volta trovato l’istruttore, o tattico, ci siamo organizzati come equipaggio con Loredana, che si è trovata perfettamente a suo agio alle scotte dello spinnaKer, e Diego, ottimo come drizzista. Io mi sono divertito nel ruolo di timoniere.
A dir la verità i ruoli all’inizio non erano ben precisi, ma si sono chiariti durante la regata. Prima della manifestazione, l’intento della regata era poco più di una passeggiata, con l’unico scopo di non arrivare ultimi, accontentandoci dei penultimi.
L’avventura così cominciava!
Lo stare 2 giorni assieme con gli amici, fuori dalla routine, era una cosa di per sé bella; trovarsi poi nell’ambiente a confrontarsi con altre barche ci eccitava di più. Il clima sempre scherzoso, tranquillo, ha sempre condotto la regata, con un misto di agonismo, secco e puro, come la distribuzione dei pesi per il miglior rendimento della barca.
Questa dualità si è vista molto bene nel 2° giorno, quando assieme ai momenti di tranquillità ove si cantava dopo aver aperto un’ottima bottiglia di vino genuino del padre di Claudio, si tornava all’agonismo più puro ingaggiandosi prima dell’arrivo con altre barche. Oppure alla partenza ancora mezzi addormentati dalla notte insonne, ci si trovava subito a lanciare lo spinnacher in maniera precisa.
Si può dire che la cosa fondamentale per l’equipaggio è d’imparare a comunicare bene, perché anche per noi ragazzi non vedenti esiste sempre una comunicazione non puramente verbale, ma fatta di espressioni, di suoni, di assensi o dissensi non verbalizzati, e questo fa capire all’uno le possibilità dell’altro. Difatti il primo giorno eravamo completamente spaiati, ed è servito per rodarci assieme. Penso che un vedente, che supplisce la comunicazione non verbale con lo sguardo degli occhi, rimanga stupito come anche senza questo tipo di comunicazione ci si possa capire lo stesso e forse in maniera anche più profonda. E così, il secondo giorno, sembrava che fossimo assieme da una vita. Si passava dai comandi ancor più precisi e comprensibili del tattico, al perfezionamento di Diego a sistemare il tangone, a al fondamentale aiuto di Loredana a reggere le scotte dello spinnacher mentre si strambava, oltre che guidarmi con precisione quando Claudio era all’albero impegnato a passare il tangone da una parte all’altra.
La serata, è stata una delle emozioni più forti. Il ritrovarsi tutti quanti prima al Circolo Nautico di Riva, e poi a cena, ci univa non più come agonisti uno contro l’altro, ma tutti vicini uniti da una stessa passione sincera e naturalistica, che ci proiettava in discorsi monotematici più grandi di noi di barche, di attrezzature e di equipaggi. Si spaziava dalle piccole gare, alle ultime novità della coppa America. Inoltre ogni caratteristica personale, veniva sempre accentuata e presa di scherno scherzosamente da altri, e chissà perché in queste situazioni viene così bene? Io mi sono accorto di conoscere parecchie persone dell’ambiente ed è stata una occasione per salutare dei vecchi amici. Abbiamo deciso di dormire in barca, poiché era troppo facile dormire in un ostello e non sarebbe sembrata un avventura. La notte, non siamo riusciti ad addormentarci presto, perché come 4 amici che si ritrovano dopo tanto tempo avevamo sempre qualcosa da raccontarci. E dopo un lungo dialogo, si manifesta il carattere della persona. Così Diego e Claudio, uomini forti, che apprezzano la natura in tutti i suoi aspetti, hanno deciso d’insegnare a me e a Loredana, come si vive, dormendo fuori all’aperto tra le vele sotto le stelle. Stavano dando un vero esempio di vita, peccato interrotto all’una di notte dall’inizio del temporale che ha costretto i nostri eroi a rientrare, svegliando tutti per riorganizzare il sottocoperta.
Al mattino, poi, trovandoci con la barca lontano dal molo e quindi impossibilitati a scendere a riva con i nostri mezzi, ci siamo organizzati la toilette e la colazione mattutina con le cose di fortuna che erano rimaste in barca dal giorno prima. E così della frutta avanzata dalla partenza e del caffè in un termos fatto dalla moglie di Claudio, con qualche Ringo, ci hanno fornito le energie per il 2° giorno. Ridendo e scherzando ci si sentiva un po’ nomadi in un accampamento di fortuna.
Ma puntuali abbiamo salpato, e davanti alla linea studiavamo la situazione di partenza. Sentivamo i suoni, un po’ lontano e purtroppo non riuscivamo a vedere le bandiere. Che peccato in queste situazioni non riuscire ad aiutare l’unico vedente! E così guardavamo tutte le altre barche correre in una direzione e noi a rincorrerli. Si era già partiti! E noi ci trovavamo ultimi.
A questo punto l’emozione più bella che ho avuto come timoniere. Il vento, non molto forte, era perfetto per la nostra barca, che essendo con un equipaggio leggero, riusciva a planare sulle onde acquistando sempre più velocità. Era bellissimo! Claudio con una buona esperienza di derive, m’insegnava a fare planare la barca, correggendomi onda su onda. La barca sembrava un cavallo al galoppo, con sempre più voglia di correre. E così via, via, abbiamo raggiunto e superato barche più lente di noi.
Alla fine, è arrivata anche la fortuna. Sarà quella dei principianti, ma ben accetta anche dagli esperti. Arrivati al traverso di Bogliaco c’è stato il cambio di vento con la consueta piatta. Mentre molti equipaggi, che ci precedevano, esperti locali delle condizioni climatiche del lago, avevano scelto di portarsi verso la costa bresciana, noi, facendo tesoro dell’uscita pomeridiana di 2 giorni prima, abbiamo preferito stare in costa veronese. E’ stata una scelta vincente! L’ora, il vento pomeridiano, è arrivato presto e come di solito prima dalla nostra parte, cosicché siamo ripartiti subito e vedevamo le altre barche ferme, senza vento. Lì ci siamo accorti di trovarci in ottima posizione e scherzando e ridendo aprivamo la bottiglia. Arrivati al traguardo al colmo della gioia, stanchi e spossati, con Claudio senza più voce per i continui comandi, ci siamo riposati un po’ a un tavolino esterno del bar bevendo qualcosa. Mentre ridevamo dalla felicità guardavamo gli altri equipaggi che tagliavano il traguardo dopo di noi tra cui molte barche della nostra classe Protagonist.
Quando abbiamo saputo che eravamo arrivati 2° di categoria, abbiamo urlato e quando poi alla sera, Loredana commossa ha ricevuto la coppa, abbiamo capito che i 2 giorni passati, sono stati unici e irripetibili.
Ringraziamo l’organizzazione che ci ha donato la coppa, che ogni volta che il nostro sguardo, anzi le nostre mani, la vedono ci farà venire in mente una delle più belle avventure passate assieme in barca vela.
Andrea Artoni