L’eterno accompagnato
Attualmente tutti i ciechi del mondo che vogliono andare a vela vengono accompagnati da altri velisti.
In questa maniera si organizzano anche dei Campionati di Vela.
Va da sé che durante una regata chi comanda a bordo e chi impartisce gli ordini sono i vedenti, indipendentemente dal ruolo che gli stessi hanno o possono avere a bordo secondo le regole della regata.
A questo punto arriva il progetto Homerus che dice semplicemente: “Sbarchino i vedenti poiché i ciechi sanno veleggiare anche da soli”.
Può sembrare paradossale o incredibile, ma è una realtà e 145 ciechi italiani in 8 anni hanno imparato a governare le imbarcazioni da soli e alcuni sono diventati anche armatori.
La vera rivoluzione creata da Homerus è stata quella di trasformare degli eterni accompagnati in accompagnatori.
Il cieco, ad eccezione del camminare in strada col bastone bianco, viene sempre accompagnato:
quando pratica sci,
quando pratica il cicilismo,
quando pratica il podismo, ecc. ecc.
Homerus non si limita a dire al cieco: “Vai da solo senza accompagnatore”, ma gli affida un mezzo di locomozione.
È questa la rivoluzione: per la prima volta nella storia dell’umanità un cieco guida un mezzo di locomozione e lo acquista e poi invita i suoi amici vedenti a veleggiare con lui.
E a coloro che gli rispondono di non saper andare in barca a vela, con un pizzico di orgoglio, risponde: “Non importa. Tu vieni con me e, se te lo chiedo, mi dirai cosa vedi. Alla barca a vela ci penso io”.
Ed è così che l’eterno accompagnato diventa un accompagnatore!
La sfida è così grande e così motivante che tutti vogliono imparare.
È solo quando il cuore trema che l’uomo sente d’essere grande.
La vittoria è vera solo quando si teme di perdere.
Forti stimoli e forti motivazioni fanno correre l’uomo verso mete incredibili.
Ma questo per Homerus e per i suoi ciechi è solo il primo passo.
Il secondo passo è divertirsi anche partecipando alle regate.
È ovvio che anche i ciechi di Homerus partecipino a regate accompagnati da altri velisti, come fa attualmente tutto il resto del mondo, ma non è altrettanto ovvio che facciano dei match-race in assoluta autonomia.
Semplifichiamo la spiegazione ipotizzando una regata notturna tra vedenti senza alcun strumento di navigazione (ad eccezione della bussola), come era prescritto dalle regole di regata della VII classe IOR nella quale ho vinto due campionati mondiali.
La zona è stata scelta dagli organizzatori poiché priva di ostacoli.
Il velista sa che bolinando nella zona compresa tra le due lay-line prima o poi arriverà ad avvistare la boa di bolina lampeggiante.
E se questa boa fosse acustica perché un velista cieco non dovrebbe poterla raggiungere e circumnavigare?
E lo stesso vale anche per le boe di partenza e di arrivo poste su di un percorso a bastone.
Inoltre, su ciascuna delle due imbarcazioni che regatano, è installato uno strumento acustico che segnala, con suoni diversi, il bordo su cui ciascuna si trova, ossia se con mura a dritta o a sinistra.
Ogni barca quindi sente la posizione dell’avversario e se i suoni sono identici stanno navigando con le stesse mura, mentre se sono diversi le rotte saranno o convergenti o divergenti.
Ognuno quindi è in grado di conoscere la propria posizione sul campo e quella relativa del proprio avversario.
Nel 2004 (finalmente) disporremo di ATNA (Alessandro’s Talking Navigation Aid), uno strumento parlante che oltre a rispondere a tutte le domande nautiche segnala automaticamente l’avvicinarsi degli ostacoli.
Con questo strumento Homerus compirà il terzo passo che è quello della navigazione d’Altura.
Ma questa è un’altra storia.
Attualmente coloro che hanno provato il sistema Homerus sono gli italiani, gli australiani, gli inglesi, i francesi, i nord irlandesi, i giapponesi e gli americani della Florida.
Alessandro Gaoso